Zalab e La Grande Ambizione
«Di solito si vede la lotta delle piccole ambizioni (del proprio particulare) contro la grande ambizione (che è indissolubile dal bene collettivo).»
Antonio Gramsci, Quaderni dal Carcere
Dopo Berlinguer. La grande ambizione (2024) il regista Andrea Segre torna nelle sale cinematografiche col documentario Noi e la grande ambizione, il cui protagonista è il pubblico del film. Nei cinema, nelle Università e nei luoghi dell’impegno civile, giovani tra i venti e i trent’anni – che il comunismo in Italia non lo hanno vissuto, ma che hanno ricevuto un imput dalla visione del film – si interrogano e si confrontano sul presente e sul futuro, sulla crisi della democrazia, su nuove forme di partecipazione al dibattito pubblico e su come fare politica oggi. Si crea un curioso cortocircuito per cui il pubblico ascolta il pubblico, e il dibattito potrebbe così alimentarsi all’infinito.
In questo nuovo tour per le sale, Segre non presenta solo il film, ma anche un altro progetto: ZaLab View. Una piattaforma streaming solidale nel cui catalogo sono presenti oltre 200 documentari, la maggior parte dei quali raccontano storie di persone e luoghi attraversati da tensioni sociali e politiche che domandano giustizia. Con questa piattaforma la casa di produzione e distribuzione ZaLab insegue quella «grande ambizione» di cui parlava Gramsci, che mira innanzitutto al bene collettivo. È definita “solidale” per le tematiche affrontate, ma soprattutto per la possibilità di attivare un abbonamento la cui metà sarà devoluta a sostenere azioni e strategie di giustizia sociale e ambientale. Tutti i dettagli sono meglio indicati qui.
All’interno del catalogo i film sono suddivisi in sezioni, eccone uno per ciascuna.
Lotte – As I Want di Samaher Alqadi (2021)
«Perché siamo nate dominate? Soffocate, imprigionate?»
Il Cairo, 25 gennaio 2013: nel giorno del secondo anniversario della rivoluzione, mentre migliaia di persone festanti ricordano con bandiere e striscioni la fine del regime di Mubarak, in Piazza Tahrir hanno luogo aggressioni sessuali. Non è la prima volta che accade, ma questa giornata rappresenta il culmine: in risposta, una gigantesca folla di donne scende in strada brandendo coltelli. La regista si unisce a loro, portando con sé un’arma diversa: la videocamera. Questa si fa strumento sia di documentazione sia di protezione: infatti nel momento delle riprese Alqadi è incinta, e questo la spinge a riflettere sulla propria infanzia e su cosa significhi essere donna e madre, in un percorso di consapevolezza personale e collettiva.
Viaggi – The Special Need di Carlo Zoratti (2014)
Enea ha 27 anni, è alto «1 metro e 78 metri», è autistico, e ha un bisogno: fare l'amore. Non ha mai avuto un rapporto sessuale, e dato che l’Italia non offre opzioni legali per soddisfare questa sua necessità, i due amici Carlo e Alex decidono di aiutarlo. I tre salgono a bordo di un furgone e – cartina gigantesca alla mano – iniziano un viaggio attraverso l’Europa alla ricerca, per Enea, di «una persona a cui voler bene e con cui è bello far l’amore». Uno scanzonato documentario on the road che affronta sfide legali e personali, e che esplora il tema del desiderio e dei sentimenti.
Memorie – Lagunaria di Giovanni Pellegrini (2021)
Una voce proveniente da un futuro lontano racconta di una città ormai scomparsa, nata dall’acqua e un tempo celebre in tutto il mondo: Venezia. Attraverso leggende, memorie e impressioni, è descritta la vita quotidiana della laguna, fatta di barche, canali, isole e animali. È mai esistita quella città? È ancora abitata o si è trasformata in un parco giochi per turisti? Ha retto al colpo delle alluvioni o è stata sommersa dalle acque? I suoi abitanti sono riusciti a trovare un nuovo modo di vivere assieme?
Accanto a questa Venezia del mito si delinea infatti la Venezia attuale, meno eterna e più fragile, minacciata dal turismo di massa e dai cambiamenti climatici.
Il film, intimo e nostalgico, è parte del più ampio progetto audio-visivo Venezia Liquida, con cui il regista si è proposto di indagare alcuni dei grandi problemi con cui oggi la città si trova a fare i conti.
Vite – How To Save A Dead Friend di Marusya Syroechkovskaya (2022)
Marusya ha 16 anni e si propone di rientrare nelle statistiche dei suicidi giovanili, fino a quando non incontra Kimi. Trascorrono un decennio a filmare l’euforia e l’ansia, la felicità e la miseria della loro giovinezza e del loro amore, oppressi e soffocati nella Russia di Putin.
Come si fa a trattenere qualcuno che fa del suo meglio per scomparire? Come si può tenere in vita qualcuno che non c’è più? Kimi muore la notte del 4 novembre 2016, e questo documentario è il tentativo di rispondere a queste domande: «Forse girare per me è diventato quello che la droga è diventata per Kimi: una fuga dalla realtà, da tutto ciò che non ha funzionato per noi. Questa esperienza mi ha fatto riflettere sulla natura del film come mezzo che cattura il tempo e mantiene tutto e tutti in uno spazio collettivo. […] Era forse il modo per salvare Kimi? Volevo anche salvare il tempo, lo spazio e le cose che ci hanno formato mentre crescevamo».
Partecipazione – Selfie di Agostino Ferrente (2019)
«- La sai usare una telecamera?
- No.
- Meglio il cellulare?
- Sì.»
Nasce così il racconto in video-selfie di Alessandro e Pietro, due sedicenni del Rione Traiano di Napoli che accettano la proposta di riprendere la propria vita con uno smartphone, mostrando la loro quotidianità, l’amicizia che li lega, i loro sogni, e poi il quartiere in cui abitano e la storia di Davide.
Davide Bifolco aveva 17 anni quando è stato ucciso da un carabiniere, ed è la sua morte a far nascere nel regista l’idea del film: «la storia di Davide mi ha colpito profondamente. Il pregiudizio sociale l’aveva trasformato da vittima a colpevole, e sentivo il bisogno di raccontare il contesto in cui questa tragedia era avvenuta». L'elemento più interessante del documentario risiede nel fatto che non è l’occhio del regista a puntare o distogliere lo sguardo, bensì sono gli occhi dei protagonisti a rappresentare loro stessi e il loro quartiere nel modo che ritengono più veritiero e personale.




