Fixed di Tartakovsky e un'analisi del "cinema d'animazione per adulti"
Fixed di Tartakovsky e un'analisi del "cinema d'animazione per adulti"
Guardando Fixed la domanda che è subito emersa nella mia mente è stata: "cosa vuol dire fare un film d'animazione per adulti?"
Soprattutto perché mi ritrovo nella schiera di ferventi sostenitori dell'animazione intesa come tecnica cinematografica, e certamente non come un genere filmico adatto solo ai più piccoli.
Infatti, credo che i film d'animazione, o meglio i grandi film d'animazione, parlino tranquillamente al pubblico adulto, pur non essendo indirizzati solo ad esso.
E quindi mi sono chiesta se non sia superfluo un tale restringimento del pubblico di riferimento, e se quella del "film d'animazione per adulti" non sia altro se non un'etichetta utilizzata per mostrare sullo schermo le più esagerate volgarità.
Dopo aver visto Fixed la mia idea dell'animazione per adulti era questa: volgarità dilagante, eccessiva, disgustosa e non irriverente, ma decisamente nauseante.
Mi sono allora chiesta se fosse semplicemente un modo di far cinema totalmente avulso alla mia persona.
Per trovare una risposta a ciò ho deciso di guardare Fritz the Cat di Ralph Bakshi, quel famoso film d'animazione irriverente e scorretto che non avevo mai trovato il tempo di vedere.
Così ho compreso di non avere un problema con l'animazione per adulti, se realizzata come si deve.
Devo comunque ammettere che non sia proprio corretto fare paragoni, soprattutto se si usa come termine di riferimento colui che probabilmente ha istituito il concetto di “film d'animazione per adulti”.
Ma se si considera che anche dietro a Fixed c'è una figura decisamente iconica per il mondo dell'animazione come Genndy Tartakovsky, allora il paragone risulta meno scorretto.
Suoi lavori come Le superchicche, Il laboratorio di Dexter, e soprattutto Samurai Jack sono state serie televisive che hanno rappresentato al meglio cosa voglia dire fare un tipo d'animazione destinata ai più piccoli, ma che riesca ad intrigare un pubblico molto più vasto.
Nondimeno con la serie degli Hotel Transilvania Tartakovsky ha un po' fatto lo stesso, anche se con momenti di superficialità e leggerezza un po' troppo frequenti.
Ma con Fixed arriva una grossa dissonanza nella sua filmografia. Un film che fa di tutto per urlare che il suo traget sono gli adulti, inserendo ogni tipo di elemento scorretto o controverso: sesso, escrementi, violenza sessuale, scurrilità, spargimenti di sangue.
Tutto questo, però, è presente anche in Fritz the Cat. E allora perché il mio giudizio sui due film è così diverso?
Perché il film di Bakshi è quasi fuori scala per la critica sociale e politica che impregna ogni singola scena esplicita del film, che per questo non risulta mai, e sottolineo mai, gratuita.
Fixed, dal canto suo, parla di un cane che ha paura di essere castrato, nulla di più.
Davvero non ci trovo molto altro, se non: una storia d'amore già vista, dinamiche amicali di un gruppo al la Una notte da leoni, e una morale decisamente semplice per il pubblico "adulto" di riferimento e che si esplicita in un banale "essere diverso è bello".
Tra tutto questo marasma per lo meno non rimane oscurato l'immenso sforzo tecnico e artistico impiegato per riportare sullo schermo il prediletto stile in 2d del regista, con animazioni fluidissime e character design complessi e grotteschi - come effettivamente si addice alla storia narrata - accompagnata anche da una incalzante colonna musicale.
Perché in fin dei conti è chiaro che un artista come Tartakovsky ami profondamente l'animazione, e questo fa ancor più dispiacere.
Film come questo rischiano di far ghettizzare ancor di più i prodotti d'animazione, creando un errata e semplicistica divisione tra “film per poppanti” e film colmi di volgarità scurrile.
Ma sappiamo che l'animazione per adulti esiste, perché grandi film ci dimostrano continuamente che l'animazione può essere fruita da tutti.
Dei facili esempi sono i film realizzati dallo Studio Ghibli, dalla Laika, dall'Aardman, o da registi come Wes Anderson.
Ma è certamente possibile decidere di trattare anche temi complessi e delicati non proprio adatti ai più piccoli, e questo non vuol dire automaticamente creare delle specie di cinepanettoni animati. Basti pensare a Coonskin dello stesso Bakshi, Persepolis, Appuntamento a Melville o Anomalisa.
Film come questi possono essere definiti "film d'animazione per adulti", se proprio dobbiamo utilizzare tale definizione (a mio parere comunque abbastanza superflua), non film che si nascono dietro di essa per creare prodotti apparentemente di controcorrenza ma infusi di una comicità
scurrile che diventa paradossalmente bambinesca.