Fantastic 4 - First Steps: Una parentesi sospesa nel tempo

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Matt Shakman ha preso i Fantastici Quattro e li ha immersi in un'estetica vintage affascinante, innegabilmente permeata d'amore per l'immaginario classico. Il suo First Steps è un film che, pur riuscendo a essere un'esperienza piacevole e scorrevole, si arena nella sua stessa prudenza. Shakman non commette errori grossolani, ma la sua mancanza di audacia si traduce in un'occasione sprecata, consegnandoci un'avventura visivamente accattivante che, tuttavia, non lascia il segno e si dimentica fin troppo in fretta.


Il quartetto composto da Pedro Pascal (Reed Richards), Vanessa Kirby (Sue Storm), Joseph Quinn (Johnny Storm) ed Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm) incarna con convinzione i membri del team, ma le loro performance, seppur solide, sono frustrate da una sceneggiatura incredibilmente superficiale. Nonostante il talento degli attori, i personaggi restano abbozzati, privi di spessore. Reed Richards è un genio senza tormento, ridotto a una figura quasi unidimensionale. Johnny Storm è un ribelle che manca del fuoco e della scintilla che lo rendono iconico. Ben Grimm, poi, è un gigante a cui viene negata la profondità tragica che definisce il suo personaggio. Solo Sue Storm riesce a emergere, grazie a un'interessante tensione emotiva legata alla gravidanza, ma anche qui, il potenziale rimane inespresso, quasi come se gli sceneggiatori avessero avuto paura di esplorare davvero le complessità.

Anche sul fronte dei villain, le aspettative crollano. Galactus, la minaccia cosmica che nei fumetti incute terrore puro, qui è poco più di un'ombra digitale, un antagonista prevedibile, senz'anima e privo di peso che non riesce mai a generare un vero senso di pericolo. E se il robottino H.E.R.B.I.E. riesce a rubare la scena con la sua simpatia, personaggi come Mole Man o la Silver Surfer femminile – una scelta sulla carta intrigante – sono tragicamente sottosviluppati, ridotti a comparse di lusso che non aggiungono nulla di significativo alla narrazione. Sembrano quasi inseriti per un obbligo, piuttosto che per una reale necessità narrativa.


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L’ambientazione retro-futuristica è la vera perla del film e un piacere per gli occhi. Dai gadget che evocano gli anni ’60 ai dettagli più giocosi e cartoonistici, ogni frame trasuda un evidente amore per l'immaginario classico. Questa scelta stilistica conferisce al film un’identità forte e distintiva, ma è un amore che non viene ricambiato dalla regia. Matt Shakman, pur essendo funzionale, manca clamorosamente di audacia visiva. Le sequenze d’azione sono ordinate, ma mai trascinanti, e la minaccia di Galactus su New York – un momento che avrebbe potuto essere epico e devastante – si risolve in un caos digitale senza pathos né impatto emotivo. È tutto pulito, controllato, ma privo di scintille, lasciando l'amaro in bocca per un'estetica così promettente sprecata in una messa in scena tanto contenuta.


Uno dei pregi di First Steps è la sua durata contenuta, che lo rende leggero e godibile per chi cerca un intrattenimento supereroistico senza troppe pretese. Tuttavia, questa scelta, in un certo senso, ne evidenzia uno dei maggiori difetti. Il film funziona più come un lunghissimo prologo che come un'opera compiuta. Con un cast così e premesse così intriganti, viene da chiedersi: perché non trasformare questa storia in una serie? I rapporti tra i personaggi, le dinamiche familiari, persino la costruzione del villain avrebbero beneficiato enormemente di uno spazio narrativo più ampio. Invece, First Steps si accontenta di essere un capitolo introduttivo, un antipasto che non sazia, che introduce un futuro nel MCU intrigante, ma che non basta a giustificare la mancanza di un'anima vera in questo primo, atteso, approccio.


The Fantastic Four: First Steps non è un brutto film. È un film decente, che si lascia guardare senza annoiare, ma che fallisce miseramente nel lasciare il segno. In un’epoca in cui il cinema supereroistico cerca disperatamente nuove strade – pensiamo a Superman di James Gunn o a Thunderbolts rimanendo nel MCU – questa pellicola sembra ancorata a un approccio eccessivamente prudente, quasi timoroso di scontentare. Non sarà il balzo nel futuro che ci si aspettava, ma è indubbiamente un primo passo troppo timido, quasi un sussurro, quando i Fantastici Quattro meritavano un ruggito. È un film che si è accontentato di fare il compitino, sprecando un'opportunità enorme per distinguersi e mostrare finalmente la vera grandezza della Prima Famiglia della Marvel.