Conclave - Recensione: Extra Omnes
Da cinque mesi il film Conclave di Edward Berger sta cavalcando l’onda di un meritatissimo successo. La sua uscita a Dicembre fu una rivelazione, seguita poi dalle tante candidature agli Oscar. E adesso si ritrova a essere più in voga che mai per una coincidenza storica: la morte di Papa Francesco.
Il conclave (quello reale e non fittizio) che si sta tenendo in questi giorni riguarda, volente o nolente, tutti (urbe et orbi), e in particolare la nostra Repubblica Italiana, laica un po’ sì e un po’ no. E grazie a questo film, possiamo immaginarci un po’ meglio cosa avviene dietro a quelle porte chiuse a chiave.
Extra omnes! Questa lettura contiene spoiler!
Il sesso delle tartarughe
Do per scontato che chi legge abbia visto il film, quindi non riassumo qui la trama. E anzi, salto direttamente al finale, scandito da un doppio colpo di scena: quando le cose sembrano essersi risolte per il meglio e possiamo tirare un sospiro di sollievo perché è stato scelto come nuovo Papa il candidato migliore, il più meritevole e il più giusto, tutto improvvisamente ci crolla addosso. Anche il Cardinale Benitez nasconde un segreto, proprio come tutti gli altri.
E qua il secondo colpo di scena: il segreto di Benitez è una bugia bianca. Il nuovo Papa non ha peccato di simonia, non è omofobo e neanche antislamico: è intersessuale («alcuni direbbero che i miei cromosomi mi definiscono come una donna e intanto sono anche come lei mi vede»). Un qualcosa che la Chiesa non potrebbe accettare, ma che agli occhi dello spettatore (o almeno di una certa parte di pubblico) lo lascia moralmente pulito.
A proposito di questa rivelazione finale, un dettaglio mi sembra curioso: la connessione tra Benitez e le tartarughe del Santo Padre. Le vediamo bene per la prima volta proprio intorno al Cardinale, che dichiara di esserne affascinato. E compaiono un’ultima volta dopo il discorso finale tra lui e il Cardinale Lawrence («può darsi che sarà la mia differenza che mi renderà più utile. Penso ancora al suo sermone: io so cosa significa esistere in mezzo alle certezze del mondo»), quando quest’ultimo ne vede una, solitaria, che si aggira tra le stanze vaticane.
Forse aver scelto proprio questo animale potrebbe non essere un caso?
Le tartarughe hanno una particolarità: i loro organi riproduttivi sono interni, e la determinazione del loro sesso va data esaminando i caratteri sessuali secondari. Le differenze morfologiche tra maschi e femmine però diventano ben distinguibili solo una volta che le tartarughe raggiungono l’età adulta. E anche il Cardinale Benitez viene a conoscenza della sua «situazione» molto tardi, all’età di quarant’anni.
Le tartarughe sono creature che quindi, per lungo tempo, restano in uno stato di indeterminatezza di genere, e di apparente possibilità di compresenza di entrambi.
La Papessa
Una leggenda narra che nell’Ottocento avrebbe regnato sulla Chiesa, all’insaputa di tutti, una donna, col nome di Papa Giovanni VIII. Questa non praticava l’astinenza sessuale, e rimase incinta del suo amante. Durante la processione di Pasqua, la folla si strinse attorno al cavallo su cui la Papessa viaggiava, e l’animale, impaurito, reagì violentemente scatenando un travaglio prematuro. Scoperto così il segreto della Papessa Giovanna, questa fu trascinata per i piedi dal cavallo e lapidata a morte dalla folla, adesso non più adorante ma inferocita. Due film ne raccontano la storia, La Papessa Giovanna (1972) di Michael Anderson – in cui la Pontefice è interpretata da Liv Ulmann – e La Papessa (2009) di Sönke Wortmann.
Stando ai documenti (o meglio, all’assenza di essi) sembrerebbe appunto essere soltanto una leggenda, ma i racconti non devono necessariamente essere reali per dirci qualcosa su di noi.
La Papessa rappresentava qualcosa che la chiesa temeva e teme ancora oggi: il potere in mano a una donna, connesso inoltre a una sua libertà sessuale.
E questa paura per la diversità e per il cambiamento è un aspetto che risuona fortemente all’interno del film, in particolare nel bellissimo sermone del Cardinale Lawrence: «Per lavorare insieme, per crescere insieme, dobbiamo essere tolleranti. Nessun’altra persona o fazione cerchi di dominare l’altra. […] Il dono di Dio alla Chiesa è la sua varietà». Una lezione che lui sembra sentire dal profondo del cuore, ma che gli altri Cardinali ascoltano con un misto tra indifferenza e perplessità. Perché se anche il Papa neoeletto è differente da quelli che lo hanno preceduto, questa sua diversità non è accettata e trasparente, ma resta taciuta, rimane un segreto: l’unico non svelato apertamente di tutto il Conclave.